Le avventure elettorali di uno studente fuori sede

Se sei fuori sede lo sai: tornare a casa può essere un’odissea.
I biglietti costano una fortuna e il viaggio può durare anche più di 10 ore, mezzi permettendo. In occasione delle elezioni del 4 marzo molti studenti italiani si troveranno davanti ad una scelta molto difficile: imbarcarsi in un viaggio lungo e dispendioso oppure rinunciare al diritto di voto.

In Italia, infatti, alle elezioni politiche è possibile votare solo nel proprio collegio di residenza. Gli unici soggetti che, attualmente, possono votare in un collegio diverso da quello di residenza sono i militari, le forze dell’ordine che prestano servizio ai seggi, e i ricoverati in ospedali e case di cura.
Da tanti anni i ragazzi di “Iovotofuorisede” e di “Erasmus Student Network” si battono perché anche chi studia o lavora lontano da casa possa votare per delega, come accade nella maggior parte dei paesi occidentali. Sembra assurdo che i fuori sede vedano il proprio diritto di voto così drasticamente limitato, soprattutto se si considera che chi invece vive all’estero già gode del
voto per delega: coloro che risiedono all’estero per motivi di studio o di lavoro per almeno 3 mesi hanno diritto, in base alla nuova legge elettorale, a votare iscrivendosi alle apposite liste.
Paradossalmente, sarà più facile votare per uno studente in Erasmus a Barcellona che per uno studente siciliano che studia a Milano.
Per facilitare la corsa alle urne il Ministero dell’Interno fornisce sconti per biglietti aerei e dei treni ma la comunicazione sarà data con poco preavviso rispetto alle date di interesse, circa una settimana prima. Risulterebbe forse più vantaggioso un volo low cost, se non contassimo il necessario dispendio di tempo per tale viaggio.
Anche gli sconti, quindi, non sembrano un metodo efficace per far sì che tutti possano esercitare il proprio diritto di voto.

Grazie ad un escamotage trovato proprio dai ragazzi di “Iovotofuorisede” per il referendum, a partire dal 2011 è possibile votare dove si è domiciliati facendosi nominare rappresentante di lista. Questo metodo funziona per il referendum perché il collegio è unico ma nel caso delle elezioni politiche i collegi corrispondono alle province, e quindi, farsi nominare
rappresentante di lista, non servirebbe. Inoltre, anche nel caso del referendum sarebbe necessario consentire il voto per delega: in occasione del referendum di giugno 2011 grazie alla nomina a rappresentante di lista hanno potuto votare solo 80mila dei 2milioni di persone che vivono lontano dal loro comune di residenza.

I ragazzi di “Iovotofuorisede”, assieme ad altri comitati e organizzazioni che sono in prima linea per il diritto di voto in mobilità, hanno quindi deciso
di scrivere una petizione per incitare ancora una volta il governo a trovare una soluzione a questa astensione forzata al voto. La speranza è che venga finalmente ideato uno strumento idoneo che permetta di votare anche a coloro che non possono tornare al proprio comune di residenza per questioni sia economiche che di tempo.

Anna Carrara
Resp. Workshop & Ufficio Stampa BeGov Pavia

 

http://www.iovotofuorisede.it
http://www.esnitalia.org
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