Benvenuto in questo nostro nuovo appuntamento, il titolo forse ti avrà già spinto a chiederti che cos’è questo Crowdfunding e se è accessibile a tutti; beh, mettiti comodo e prendi carta e penna, lo scopriamo insieme!
Nell’ambito degli strumenti di finanza alternativa, dal tradizionale credito bancario, a cui le imprese, specie quelle di piccole e medie dimensioni, ricorrono per la raccolta di capitali, un posto di rilievo non può che essere occupato oggi dal crowdfunding, un termine apparentemente generico che sta ad indicare il processo con cui più persone (folla o crowd) conferiscono somme di denaro (funding), anche di modesto importo, per finanziare un progetto imprenditoriale o iniziative di diverso genere, utilizzando attraverso il web apposite piattaforme o portali e ricevendo talvolta in cambio di questa attività una ricompensa.
Il crowdfunding, in italiano, finanziamento collettivo, è quindi un processo collaborativo di un gruppo di persone che utilizza il proprio denaro in comune per sostenere gli sforzi di persone e organizzazioni. È una pratica di microfinanziamento dal basso che mobilita persone e risorse. I tratti distintivi di tale forma di finanziamento sono essenzialmente due: la prevalente partecipazione all’iniziativa di investitori non professionali e il ricorso a piattaforme on-line per la raccolta di risorse finanziarie da parte dell’impresa. A spiccare in questo panorama attrattivo è la figura dei Business Angel ovvero investitori informali mossi da cosa vi chiederete? Beh, da una forte passione ed interesse che li porta ad offrire capitale e conoscenze alle start up che hanno buone prospettive di sviluppo.
L’equity crowdfunding è stata introdotta nell’ordinamento giuridico italiano dal decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179 (c.d. decreto Crescita bis), convertito nella legge 17 dicembre 2015, n. 221, con il dichiarato obiettivo di favorire la nascita e lo sviluppo di imprese start-up innovative.
Nella disciplina della materia è intervenuta anche la CONSOB che nel giugno 2013 ha emanato il Regolamento n. 18592 sulla raccolta di capitale di rischio da parte delle start-up innovative tramite portali on-line, con il quale è stato istituito il registro dei gestori dei portali, definendone il contenuto, i requisiti di iscrizione e l’annesso procedimento di iscrizione e cancellazione.
Da ultimo, sulla disciplina dell’equity crowdfunding è intervenuto il d.lgs. 3 agosto 2017, n. 129 di recepimento della direttiva sui servizi di investimento (MiFID2), che ha introdotto ulteriori modifiche alle disposizioni del TUF in materia di raccolta di capitali di rischio tramite portali on-line.

Al giorno d’oggi esistono numerosi portali dedicati al crowdfunding, dove avviene l’incontro tra i soggetti che richiedono fondi e coloro che sono disposti a finanziare un determinato progetto. La raccolta di fondi può aver luogo secondo un modello “all or nothing” (tutto o niente) o “take it all” (tieni tutto). Nel primo caso, il successo della campagna è legato al raggiungimento di un obiettivo minimo che, se non viene raggiunto, comporta la restituzione dei fondi raccolti; nel secondo caso, invece, i fondi raccolti vengono accettati, indipendentemente dal raggiungimento o meno dell’obiettivo.
Si possono distinguere a seconda della tipologia di iniziativa e di attività, con una distinzione in crowdfunding non profit e crowdfunding for profit, principalmente sei modelli di crowdfunding, a seconda del rapporto che si instaura tra il soggetto che eroga il finanziamento e quello che lo riceve:
donation-based, che consiste in una mera donazione di somme di denaro a sostegno di iniziative senza finalità di lucro in cui i donatori non ricevono alcuna ricompensa;
reward-based, che si sostanzia nella partecipazione al finanziamento ricevendo in cambio una ricompensa di natura non monetaria;
royalty-based, nel quale il finanziamento di un determinato progetto o iniziativa viene ricompensato attraverso una partecipazione ai profitti dell’impresa;
equity-based, in virtù del quale l’investitore assume la qualifica di socio, con connessa acquisizione di diritti patrimoniali e amministrativi;
lending-based o social lending, che consiste in un prestito tra privati, a fronte del quale è previsto il pagamento di un interesse;
invoice lending, in cui gli investitori finanziano a breve termine le imprese mediante anticipi su fatture commerciali.
Il crowdfunding ha dimensioni piuttosto ridotte in Italia e non costituisce, per il momento, una seria minaccia per il sistema bancario, tuttavia, il fenomeno è in continua crescita date le interessanti opportunità che esso da in un contesto concorrenziale sempre più accentuato.
A questo punto dopo questa breve spiegazione della materia oggetto del nostro articolo ti starai chiedendo: ma tecnicamente come posso avviare un’operazione di crowdfunding e con quale modalità?
Per avviare un’operazione di equity crowdfunding hai bisogno di tenere a mente principalmente le seguenti fasi:
stila la tua proposta;
individua quale sarà la tua strategia di marketing;
individua la piattaforma che fa al caso tuo;
individua il target di riferimento;
stabilisci dei tempi ben definiti;
preparati alla pubblicazione dell’offerta sulla piattaforma;
apri un conto corrente dove far confluire la raccolta;
avvia la raccolta di capitale di rischio;
chiudi la raccolta;
analizza e valuta il post-raccolta.

Innanzitutto, prima di lanciare una raccolta fondi mediante il crowdfunding appare necessario definire i PITCH, e ti chiederai cosa sono? Sono i caratteri distintivi della tua azienda, del team e del mercato. È importante definire i fondi di cui hai bisogno e come li userai; ciò ti sarà utile per comunicare la vision e la mission della tua startup in modo memorabile: l’obiettivo è colpire chi vuole scoprire qualcosa sulla tua impresa. Ricordati di usare frasi ad effetto che facciano capire subito di cosa stai parlando.
Ma allora quali sono ancora gli elementi da tenere bene in mente? È importante che tu tenga a mente di stabilire un obiettivo minimo reale in quanto tutte le campagne di equity hanno un obiettivo minimo di raccolta e uno massimo. Questo è un grande aiuto per chi vuole lanciare una campagna di equity crowdfunding. Ciò che poi non deve mai sfuggirti è quello di: non perdere mai di vista gli investitori, rendere il finanziamento della campagna sempre più raggiungibile, oltre a renderlo interessante e attraente.
Non tralasciare il video! Il video è il biglietto da visita della tua campagna di equity crowdfunding ed è la primissima cosa che gli investitori guardano per conoscere il progetto in cui potrebbero investire. Puoi scegliere tu come realizzarlo: puoi metterci la faccia per esporre chiaramente chi sei, la storia del tuo progetto, chi ti aiuta nel suo sviluppo, quanto chiedi e cosa offri in cambio; oppure puoi realizzare un video animato, che incuriosisca l’investitore e lo coinvolga a livello emotivo/mentale per spingerlo poi a leggere il resto della descrizione della tua campagna di equity crowdfunding.
Infine, non puoi dimenticarti di definire un TIPS ovvero un richiamo che andrà a suggerire le informazioni rilevanti e utili sulla tua campagna.
Dott.ssa Cristina Mungo
BeGov Calabria