Assegno di divorzio, la requisitoria del PG riaccende il dibattito sui criteri da adottare

Dopo la requisitoria presentata dal PG Marcello Matera alle Sezioni Unite della Corte di Cassazione, il dibattito sui criteri di cui il giudice deve tener conto per l’attribuzione dell’assegno di divorzio è destinato a riaccendersi.
Risale al Maggio scorso la storica pronuncia della prima sezione della Corte di Cassazione relativa al ricorso dell’ex ministro dell’economia, Vittorio Grilli, che ha portato alla sentenza n. 11504/2017, con cui è stato accantonato il criterio del tenore di vita goduto in costanza di matrimonio nella determinazione dell’an debeatur dell’assegno divorzile.

In altri termini la Cassazione, partendo dal presupposto che con il divorzio il matrimonio si scioglie definitivamente, ha ritenuto di dover considerare gli ex coniugi come persone singole, motivo per il quale, nell’accertare la sussistenza dei presupposti per l’assegno divorzile, non rileva affatto il tenore di vita vissuto in costanza di matrimonio. La scelta della Cassazione è stata certamente dettata dalla volontà di valorizzare il principio di autosufficienza economica di ciascuno dei coniugi a discapito del principio di solidarietà post coniugale, realizzando un’inversione del processo logico-interpretativo che veniva storicamente utilizzato.

La pronuncia ha generato incertezza e reazioni contrapposte sia tra l’opinione pubblica che tra gli operatori del diritto. Dal Maggio scorso, infatti, si sono susseguiti in massa ricorsi aventi ad oggetto l’abolizione o la riduzione degli assegni di mantenimento da parte degli ex coniugi obbligati.

Tra l’altro, è opportuno considerare che tendenzialmente è quasi sempre la donna a trovarsi nella condizione di “parte economicamente debole” e ciò, spesso, è frutto di scelte condivise dai coniugi in virtù del “progetto di vita” che caratterizza il rapporto coniugale e che porta la donna a rinunciare alla propria vita professionale per la cura della famiglia.

Il rischio, dunque, è che applicando a priori questo criterio si considerino in egual modo situazioni che, invece, sono tra loro sostanzialmente differenti. Ciò rappresenta il fulcro della requisitoria presentata dal PG Matera alle Sezioni Unite della Cassazione, con cui si evidenzia la necessità che si tenga conto delle singole vicende divorzili, considerando sì il criterio dell’autosufficienza dell’ex coniuge, ma non escludendo a priori anche gli altri criteri come la durata del matrimonio, l’apporto del coniuge al patrimonio familiare e il tenore di vita.

Ad oggi, dunque, non ci resta che attendere la decisione con relativa motivazione della Suprema corte, la cui deposizione avverrà fra un mese e sarà decisiva per le future cause di divorzio.

Ersilia Pupo
Resp. HR UMG Catanzaro

1 commento su “Assegno di divorzio, la requisitoria del PG riaccende il dibattito sui criteri da adottare

  • Cara Lucia, la tua esperienza è quella di tutti noi. Io ho tre figli dai 19 ai 25 anni . Giornalmente sono discussioni. Le nuove generazioni hanno assorbito il “politically correct a dosi massicce , fin dai primi anni alle elementari e poi su su alle medie al liceo, e poi dai media, da internet ecc. . n ma io non demordo e non arretro di un passo a cercare di obbiettare alla loro visione politically correct. sono sicura che prima o poi , magari quando io sarò morta e non ci sarò piu” i miei figli si ricorderanno di una voce controcorrente che cercava( sempre con amore ) di spiegare loro che le idee correnti sulla libertà individuale, sull”omosessualità, sulla libertà di divorziare, di abortire, di avere rapporti sessuali con ci pare, sul non giudicare, insomma l”intera batteria del politically correct, siano un modo subdolo e diabolico di fare il lavaggio del cervello alle nuove generazioni e che l”unica vera libertà per l”uomo sta nella conoscenza della Verità- Conoscerete la Verità e la Verità vi farà liberi- spero che questa massima evangelica che ho cercato di seminare nel cuore dei miei figli dia prima o poi frutto. per ora e” solo un seme sepolto nel terreno. chissa” !

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